Catania: il fenomeno migratorio

Il Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, impegnato dal 2008 nel soccorso sanitario ai migranti a bordo delle motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza nel Mar Mediterraneo, racconta da qualche anno l’attività di “first aid” per sensibilizzare l’opinione pubblica italiana ed internazionale su un tema tanto complesso quanto di attualità che influenza certamente le agende politiche dell’Unione Europea.

In occasione del convegno “I volti del Mediterraneo: la percezione del fenomeno migratorio” che si è tenuto martedì 16 giugno a Catania nel Palazzo della Cultura, promosso da CerpMed Centro Studi e Ricerche sulle Relazioni Pubbliche nel Mediterraneo e Ferpi Sicilia, cui hanno partecipato numerose Autorità, il Direttore Nazionale, Mauro Cansinghini, nel suo intervento ha affrontato un doppio tema: la percezione del fenomeno migratorio e la necessità di una reale integrazione.

In merito al primo tema il Direttore ha sostenuto che “Da un lato porrei attenzione alla consolidata emergenza riguardo al soccorso ai migranti da parte di noi operatori, che lavoriamo per questo fenomeno ormai quasi decennale, che però non combacia con la percezione degli italiani, fuorviata ancora da una comunicazione legata al dibattito politico ma non risolutiva ed efficace, che porta semplicemente a prendere parte ad uno schieramento piuttosto che all’altro, senza però formare una reale opinione in merito, lasciando i cittadini in balia di informazioni che vengono accentuate nel momento della tragedia”.

Sul secondo aspetto, forse ancor più importante per creare una vera integrazione, ha sottolineato che “E’ necessario che affiancato al soccorso emerga il tema della cooperazione dello sviluppo sul territorio, vale a dire creare nei Comuni che li accolgono un processo di inserimento per cui i migranti si rendano utili alla collettività, soltanto così sarà possibile una graduale quanto efficace integrazione. Ci sono strumenti utili a tutto questo, l’Italia nei suoi territori dovrebbe iniziare ad utilizzarli al meglio: ad esempio il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) che costituisce una rete di centri di “seconda accoglienza” destinata ai richiedenti e ai titolari di protezione internazionale, superando l’assistenza immediata per arrivare all’integrazione sociale ed economica. Per questo sono convinto che occorra mettere a sistema il patrimonio che hanno esperito il Cisom e le altre organizzazioni di soccorso in questi anni. Vogliamo coraggio da parte dell’Italia alla pari di quello dei nostri team sanitari che si occupano del soccorso ai migranti”.

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