Le nostre lacrime dovranno trasformarsi
in azione per portare avanti
le attività dell’Ordine con lo spirito
e la dedizione che lo contraddistinguevanoSua Altezza Eminentissima il Principe e Gran Maestro del SMO di Malta Fra’ Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto è tornato alla casa del Padre oggi 29 aprile 2020.
Il Sovrano Militare Ordine di Malta perde la sua guida, e nello spirito dell’Ordine ciò significa che i suoi membri, i suoi volontari ed il personale tutto, perdono anche qualcosa d’altro. Perdono un Confratello, una sponda, un amico.Per chi lo conosceva, anche dopo la sua elezione a Gran Maestro, Egli è sempre rimasto Fra’ Giacomo, così voleva essere chiamato.
Legatissimo alla sua famiglia dalla quale aveva ereditato la sua fede granitica, aveva trovato nell’Ordine la sua seconda grande famiglia alla quale ha dedicato gli ultimi 35 anni della sua vita.
Fedelissimo al Santo Padre ed alla Santa Sede, Fra’ Giacomo in tutti questi anni ed in tutti i suoi numerosi incarichi ha inciso con la sua profonda spiritualità e grandissima umanità verso tutti. Senza distinzione, amava profondamente i signori malati, i poveri, gli emarginati e tutti i volontari giovani e meno giovani, incoraggiandoli a essere sempre cristianamente caritatevoli e attenti al servizio che prestavano in nome dell’Ordine. Quando i suoi numerosi e gravosi impegni istituzionali glielo consentivano era sempre felice di passare un pomeriggio all’Ospedale della Magliana a parlare con i malati o una serata alla stazione a dar da mangiare ai poveri.
Ha sempre incoraggiato e approvato attività a favore dei bambini poveri o malati alla presenza dei quali non riusciva a trattenere le lacrime. Il suo religioso operato dovrà essere preso ad esempio da tutti coloro che, sotto la bandiera del nostro Ordine, vorranno continuare a prestare il loro servizio a beneficio delle persone e dei paesi meno fortunati.
Il suo ricordo rimarrà indelebile, nella certezza che Fra’ Giacomo ci guarderà e ci guiderà dall’Alto.
Fra’ Giacomo è stato eletto quale 80° Gran Maestro dell’Ordine il 2 maggio 2018 assumendo il delicato compito di traghettare l’Ordine attraverso la riforma costituzionale.
Entrato a far parte del Sovrano Ordine di Malta nel 1985, ha pronunciato i voti solenni nel 1993. Dal 1994 al 1999 è stato Gran Priore di Lombardia e Venezia, lasciando un indelebile ricordo nei membri del Gran Priorato. Nel 1999 lascerà il Gran Priorato in quanto chiamato a Roma quale membro del Sovrano Consiglio, incarico che terrà fino al 2004 quando verrà eletto alla carica di Gran Commendatore che manterrà fino al 2009. Nel 2008, alla morte del 78° Gran Maestro, Fra Andrew Bertie, assunse la carica di Luogotenente Interinale fino all’elezione di Fra’ Mattew Festing.
Nel gennaio del 2009 venne eletto Gran Priore di Roma, incarico che terrà fino al 29 aprile 2017 quando verrà nuovamente chiamato a guidare l’Ordine con l’incarico di Luogotenente di Gran Maestro in sostituzione di Fra’ Mattew Festing. Al termine dell’anno di Luogotenenza il Consiglio Compito di Stato lo eleggerà 80° Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta.
Nato a Roma nel 1944. Laureato in Lettere e Filosofia all’Università di Roma, con specializzazione in Archeologia cristiana e Storia dell’arte, ha ricoperto ruoli accademici nella Pontificia Università Urbaniana, insegnando Greco classico.
È stato inoltre responsabile della Biblioteca e Archivista per importanti collezioni dell’Università. Ha pubblicato una serie di saggi e articoli sulla storia dell’arte medievale.
Che la Sua anima riposi in pace
Mese: Aprile 2020
PASQUA 2020, IL MESSAGGIO DEL NOSTRO COORDINATORE SPIRITUALE NAZIONALE
Messaggio per la Santa Pasqua 2020
Ed a tutti Voi vorremo ricordare:
“Non consultarti con le tue paure ma con le tue speranze e i tuoi sogni.
Non pensate alle vostre frustrazioni, ma al vostro potenziale irrealizzato.
Non preoccupatevi per cio’ che avete provato e fallito,
ma di cio’ che vi e’ ancora possibile fare”
San Giovanni XXIII
Cari Confratelli, care Consorelle, cari amici,
Fra pochi giorni festeggeremo la Santa Pasqua. Parola piena di significati religiosi e teologici, ed il cui senso lessicale, mai come in questo momento cosi’ denso di inquietudini, ci deve essere di aiuto e di conforto.
La parola Pasqua, in greco pasha, ed in aramaico pasah, significa infatti “passare oltre”.
Per gli Ebrei, ricordava il passaggio del mar Rosso, dalla schiavitu’ alla liberazione. Per i Cristiani, il passaggio dalla morte alla vita di Gesu’ e quindi, per tutti noi, dalla morte del peccato alla Salvezza.
In questi giorni nei quali siamo sovrastati dalla solitudine della quarantena, dal disagio morale e materiale, dalla preoccupazione per un domani incerto, l’augurio piu’ fraterno che da tutti noi viene dal cuore, e’ di trovare la forza per “passare oltre”.
Tutti noi stiamo attraversando momenti complicati e alcuni, purtroppo, versano anche nella malattia e nel bisogno. A causa di questo terribile evento, alcuni stanno forse vivendo momenti di tristezza, se non di dolore.
Ma lo spirito che ci deve animare e’ la fiducia e la speranza che questo finira’ e che la Pasqua di Resurrezione segni per tutti noi, con l’aiuto di Dio, uno spartiacque fra cio’ che e’ stato e cio’ che sara’.
L’Ordine di Malta Italia in questi giorni cosi’ tormentati ha spiegato tutte le sue forze in aiuto di chi aveva bisogno, e possiamo essere fieri di cio’ che i nostri Cavalieri e Dame, i membri del Corpo Militare, ed i nostri tantissimi volontari, stanno facendo in ogni parte d’Italia. Ed a tutti va quindi il nostro piu’ vivo ringraziamento.
Invocando l’aiuto del Signore perche’ i prossimi passi di ognuno di noi possano essere piu’ certi e sicuri, e pregando tutti perche’ il nostro Gran Maestro possa presto riacquistare la Sua salute, a tutti voi desideriamo che giunga la nostra vicinanza, il nostro condividere le vostre pene, ed il nostro piu’ intenso, affettuoso e confraterno augurio che con questa Santa Pasqua si possa davvero “passare oltre”.
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Le squadre degli psicologi in emergenza divisi sul fronte interno ed esterno per il COVID-19
DAL SITO www.orderofmalta.int
L’emergenza socio-sanitaria determinata dalla pandemia di Coronavirus ha ripercussioni psicologiche dalle mille sfaccettature, molte delle quali inedite, sebbene la psicologia d’emergenza sia un ambito già ben rodato. Da due settimane ormai gli psicologi del Corpo italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta (Cisom) sono operativi in diverse regioni d’Italia, “una quarantina circa sono in prima linea”, conferma Pierluigi Policastro, responsabile nazionale psicologi del Cisom.
Come si articola il vostro lavoro?
Il nostro lavoro – svolto in coordinamento con la Protezione Civile italiana, con la Croce Rossa e con altre associazioni di psicologia dell’emergenza – si articola su due grandi fronti, esterno ed interno. L’assistenza esterna riguarda il supporto alle persone in quarantena, perché positive al Covid-19, oppure in isolamento fiduciario perché in contatto con positivi. Ma, parallelamente, abbiamo cominciato da subito un lavoro di assistenza interno, rivolto agli operatori: medici, infermieri e volontari dell’Ordine di Malta che operano in prima fila per sconfiggere questa pandemia. Inoltre, alcuni ordini professionali ci hanno chiesto di partecipare alla turnazione per i numeri telefonici di ascolto da loro attivati: lavoriamo con il Coordinamento dell’Ordine degli psicologi nelle regioni Liguria e Lombardia, con il Coordinamento regionale delle maxi-emergenze in Toscana e anche con alcuni piccoli comuni del Salernitano che ci hanno chiesto supporto psicologico.
Con quali strumenti?
Purtroppo possiamo usare solo il telefono, perché dobbiamo tutelare i nostri operatori psicologi volontari. Qualsiasi intervento di altro tipo sarebbe impossibile.
Quali sono le caratteristiche di questa emergenza?
L’emergenza Covid-19 ha caratteristiche proprie, del tutto atipiche – spiega Policastro – perché per la prima volta ogni operatore, professionista o volontario, deve anche confrontarsi con il proprio diretto coinvolgimento personale, relazionale e familiare nella stessa emergenza. Siamo colpiti noi stessi, oltre a coloro che assistiamo. Per quello che riguarda la popolazione pensiamo soltanto alla situazione dei dimessi. Loro sono guariti, sì, ma sono persone devastate. Probabilmente hanno trascorso giorni nei letti accanto ad altri malati, che non ce l’hanno fatta. Sono stati soli, senza avere a fianco i loro cari, senza condividere neppure un pianto. E poi non dobbiamo dimenticare di quanto sia importante e denso di significato, per gestire la sofferenza, anche l’aspetto rituale e simbolico.
Quali consigli si possono dare?
Ci troviamo di fronte ad una nuova tipologia di intervento, per la quale è necessario considerare l’importanza del supporto psicologico adesso e in prospettiva. Bisogna aiutare le persone ad utilizzare questo momento come una fase evolutiva. A noi non interessa silenziare i sintomi, come accade a un medico che deve curare una polmonite interstiziale. Noi interveniamo in un momento successivo, siamo in un sistema di ascolto attivo e cerchiamo di dare elementi di psico-educazione. A questo proposito abbiamo anche elaborato alcuni documenti che si trovano sul sito del Corpo italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, fra i quali un vademecum rivolto proprio agli operatori sanitari e di protezione civile: https://www.cisom.org/news-2/covid-19-indicazioni-per-il-benessere-psicologico-degli-operatori-sanitari-e-di-protezione-civile/
Sempre nell’ambito della lotta alla pandemia Covid-19, il Global Fund for Forgotten People dell’Ordine di Malta ha stanziato i fondi per realizzare e gestire una piattaforma digitale che consentirà agli psicologi del Cisom di interagire da remoto con i beneficiari. Questa piattaforma permetterà di organizzare anche sessioni di gruppo per arginare i sentimenti di solitudine, ansia e stress, e sarà disponibile 24 ore al giorno insieme a una linea telefonica costantemente presidiata. Questa iniziativa andrà a beneficio dei volontari e del personale direttamente coinvolto nelle attività di soccorso, nonché di tutti coloro che soffrono a causa del virus, persone in quarantena, isolate e le loro famiglie.
Luca Rovati: l’emergenza Coronavirus mi ha insegnato che il cuore degli uomini è grandissimo
Ospedaliere dell’Associazione Italiana e Consigliere del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, Luca Rovati è da un mese in prima linea nella lotta al coronavirus.
DAL SITO www.orderofmalta.int
Rovati, i lavori di allestimento del nuovo ospedale nella Fiera di Milano stando andando avanti speditamente nonostante le difficoltà. Quando apriranno i primi reparti ai malati di Coronavirus?
Spero che i primi due reparti con 30 posti letto possano aprire sabato 4 aprile. Poi ogni due, tre giorni aprirà un nuovo reparto. Sarà una delle più grandi strutture per la terapia intensiva in Europa per un totale di 200/250 posti letto. Accoglierà i pazienti più gravi affetti da coronavirus, che ormai da giorni gli ospedali della Lombardia fanno grande fatica ad assorbire.
Qual è il ruolo del Corpo Italiano di Soccorso?
Oltre ad aver proposto alla Regione Lombardia che l’incarico per l’allestimento dell’ospedale venisse affidato a Guido Bertolaso, ex numero uno della Protezione Civile Italiana, fin dal suo arrivo a Milano il Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta (CISOM) lo ha affiancato e ha collaborato con lui, fornendogli ogni possibile sostegno. Basti dire che il centro operativo del lavoro per il nuovo ospedale è la sede del Corpo a Milano. All’interno della Fiera di Milano i nostri volontari, insieme agli addetti della Regione e a quelli della Fiera, stanno lavorando 24 ore su 24. Inoltre, buona parte dei materiali per l’allestimento dell’ospedale, per un valore ad oggi di circa 4,5 milioni di euro, sono passati attraverso e gestiti dal Corpo Italiano di Soccorso.
È stato importante reperire 260 macchine per la respirazione artificiale
Si è stato fondamentale, ma è stato anche estremamente complicato. Fondamentale perché senza questi apparecchi non è possibile allestire un letto per la terapia intensiva o sub intensiva. Complicato perché tutto il mondo sta comprando questo tipo di attrezzature. Trovarli, comprarli al giusto prezzo (oggi circolano offerte fino a 3-5 volte il loro valore), ma anche trovare il modo per portarli dalla Cina a Milano con il blocco dei trasporti aerei, non è stato un lavoro banale, anzi.
Poi c’è stata l’idea di chiedere l’intervento dei medici albanesi. Come è andata?
Due settimane fa ho ricevuto la telefonata di un amico, l’imprenditore albanese Isuf Berberi, che mi ha chiesto che cosa ci servisse. Gli ho subito risposto: medici ed infermieri. Confesso che non avevo molte speranze. Anche l’Albania si deve preparare per la possibile diffusione del contagio. Invece, grazie all’interessamento delle massime autorità albanesi, tra queste il Primo Ministro ed il Ministro della Sanità, e la collaborazione del Ministero degli Affari Esteri Italiano, oggi 30 medici ed infermieri albanesi sono arrivati a Bergamo. Saranno certamente utili per assistere i medici italiani in quella che è la provincia italiana che più sta soffrendo per la diffusione del virus. Un grazie va anche a Stefano Palumbo, ambasciatore dell’Ordine di Malta in Albania: il suo intervento per facilitare questa operazione è stato fondamentale.
Quali sono i prossimi passi?
Il Presidente del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, Gerardo Solaro del Borgo, sta già lavorando con la Regione Marche per l’allestimento di un ospedale nella Fiera di Civitanova Marche, sul modello di quello di Milano. La campagna per la raccolta fondi è già partita ed è convogliata sul conto corrente del CISOM. Nel frattempo, i nostri volontari stanno facendo un lavoro straordinario in tutta Italia portando assistenza, cibo e medicine alle persone che sono anziane, isolate o in difficoltà. Senza dimenticare il lavoro prezioso svolto dai nostri psicologi. Pensate all’importanza di offrire sostegno ai medici, infermieri e volontari che si trovano in prima linea ad affrontare questa terribile situazione. A tutti loro va la mia ammirazione ed il mio ringraziamento.
Tra i prossimi passi c’è anche l’allestimento di posti di terapia intensiva nell’Ospedale dell’Ordine di Malta a Roma
Metà del nostro ospedale a Roma, il San Giovanni Battista, è stato riconvertito a tempo di record per poter assistere i malati di coronavirus. L’altra metà continua ad operare normalmente, anche se con tutte le precauzioni necessarie in questi casi. In questa prima fase siamo in grado di assistere i nostri pazienti che dovessero presentare sintomi della malattia. In una seconda fase, con l’autorizzazione della Regione Lazio, potremo assistere anche malati provenienti dagli altri ospedali, insieme a quelli che dovessero aver bisogno della terapia intensiva.
Che cosa ha imparato da questa esperienza?
Nessun paese al mondo era pronto ad affrontare una crisi di queste proporzioni. A mio parere, quando tutto sarà finito, dovremo riflettere su cosa possiamo fare per essere meglio preparati ad affrontare una tragedia come questa. Ad esempio, non è possibile non avere a disposizione o riuscire a produrre in quantità sufficiente uno strumento basilare come le mascherine. Detto questo, sono davvero rimasto colpito dalla generosità e dal cuore delle persone. Sono tantissimi coloro che stanno rischiando in prima persona per assistere gli altri. Questo è un grande segno di speranza.