SULMONA: Nuovo Polo Logistico Cisom

Sabato 14 maggio è stato ufficialmente presentato e reso operativo, presso l’area adiacente gli impianti sportivi di Bagnaturo, il nuovo Polo Logistico del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, che costituisce un importante deposito di attrezzature di protezione civile pronte ad essere immediatamente impiegate nei casi di necessità ed urgenza.

Attualmente il sito ospita:
–    un camion fuoristrada “Mercedes Unimog” con annessa benna spalaneve, spargisale, argano, moto-sega e gruppo idraulico anti-ghiaccio;
–    un camion “Mann” per il trasporto di merci e attrezzature varie;
–    un furgone per il trasporto di merci e alimenti;
–    un fuoristrada “Massif”;
–    una ambulanza;
–    una cucina mobile carrellata da 300 pasti l’ora, con annesso bagno carrellato;
–    una tenda cambusa con funzioni interscambiabili di refettorio e ospedale;
–    tende climatizzate e con illuminazione elettrica;
–    pompe idrovore per gli allagamenti;
–    gruppi elettrogeni di varia potenza;
–    torri Faro da 6kW elevabili fino a 10 mt;
–    conteiner con attrezzatura per le camerate.

Il Dipartimento di Protezione di Civile ha poi assegnato al Polo due gruppi elettrogeni carrellati e silenziati da 150 kW, che quanto prima andranno ad arricchire le attrezzature già esistenti.
L’esercitazione didattica del Raggruppamento Abruzzo-Molise, della domenica successiva, ha consentito di valutare il pronto impiego delle moderne attrezzature che certamente renderanno ancora più operativo e più tempestivo l’intervento dei Volontari del Cisom che saranno chiamati ad agire in caso di eventi calamitosi.

Matese “Alexis”: protocollo di intesa con Gioia Sannitica

Il 7 maggio la Sezione Locale di Interesse Nazionale Matese “Alexis”, del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, ha sottoscritto, con il Comune di Gioia Sannitica, una convenzione tesa alla realizzazione di attività di screening sanitario in favore della popolazione comunale sparsa nei borghi di Gioia Centro, Auduni, Carattano, Calvisi, Caselle, Criscia, Curti e Madonna del Bagno.

L’amministrazione Comunale, chiamata a soddisfare le esigenze di una popolazione residente, composta in maggioranza da anziani, con nuclei abitativi distribuiti su una vasta zona territoriale, si è posta come obiettivo primario quello di realizzare un servizio sanitario atto ad individuare la presenza di patologie non ancora sintomatiche e prevenirne quindi le eventuali evoluzioni.

Il Cisom Matese ha immediatamente risposto a questa richiesta di “collaborazione” e con i suoi medici e i suoi volontari, che da sempre operano nel campo delle attività sanitarie, del primo intervento, del primo soccorso e della protezione civile, farà fronte ai servizi, stabiliti in accordo col Comune, con l’ausilio dell’Ambulatorio mobile, di cui è dotato, e svolgerà conseguentemente le attività di screening richieste.

L’Assessore alla sanità del Comune di Gioia Sannitica, prima della firma della Convenzione da parte del Sindaco, Prof. dr. Michelangelo Raccio, e del Vice Direttore Nazionale e Capo Area Sud del Cisom, Avv. Paolo Paolucci, ne ha illustrato i contenuti, ripresi poi dai firmatari dell’accordo stesso.

Entusiasta dell’iniziativa si è dichiarato l’europarlamentare on. Dott. Nicola Caputo il quale, dopo la conclusione dei lavori, ha manifestato l’intenzione di portarla all’attenzione del Ministro della Sanità.

Alla cerimonia sono intervenute numerose autorità civili, religiose e militari del Matese a cui il Dott. Giuseppe Rocco Sileo, Capo della Sezione “Alexis”, non soltanto ha illustrato le potenzialità operative dell’Ambulatorio mobile, ma ha anche presentato il neo costituito nucleo di volontari CISOM residenti nella città di Gioia cui spetterà il compito di effettuare gli screening gratuiti.

Il Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta e l’Amministrazione Comunale, con la sottoscrizione di questo Protocollo, sicuramente daranno una mano di aiuto a tutti i residenti che per età, condizioni di disabilità e disagio economico incontrano quotidianamente non poche difficoltà, anche logistiche, nel recarsi nei nosocomi o nelle strutture private a loro più vicine.

18 aprile 2015: un anno dopo

Il Direttore Nazionale del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, dr. Mauro Casinghini, unitamente all’europarlamentare dr.ssa Caterina Chinnici, è stato ospite, lo scorso 18 aprile, del TGtg di TV2000.

A un anno dal naufragio nello Stretto di Sicilia di un barcone stracolmo di migranti, definito dall’Ansa come la più grave sciagura del mare, i media, purtroppo anche a seguito di ulteriori continue, dolorose tragedie, ripropongono all’attenzione così strazianti eventi attraverso le testimonianze di chi in quella specifica occasione, e anche in altre, ha portato soccorso.

Nel corso della trasmissione il Direttore ha, tra l’altro, ripercorso le tappe più significative delle attività che hanno visto i “ragazzi” del Cisom impegnati su più fronti.

Quel tragico 18 aprile del 2015 a bordo della Nave Gregoretti, della Guardia Costiera Italiana, prestò soccorso in mare il dr. Giuseppe Pomilla, palermitano di Corleone, profondamente segnato da quella esperienza e che oggi alterna la sua attività tra guardie mediche e periodi più o meno lunghi a bordo di unità che solcano le acque del Mediterraneo. Quella notte, ricorda “…è come se fossi andato a sbattere contro un muro. Ma nessuno può capire cosa significa salvare persone in mare. E’ massacrante ma è indispensabile che qualcuno lo faccia. A volte vivi esperienze traumatiche come il naufragio del 18 aprile 2015, ma come medico ripartirei mille volte”.

“Verso mezzanotte la Centrale Operativa della Guardia Costiera informa la Nave Gregoretti che un mercantile ha urtato un barcone carico di migranti, appena salpati dalla Libia. In breve tempo la Gregoretti raggiunge il luogo del disastro e di almeno 900 persone, che occupavano il barcone, solo 25 sono stati raccolti, vivi, dal mercantile”. Racconta Pomilla che “se non l’hai vissuto in prima persona non puoi capire. Per me è come se mi avessero catapultato in un altro pianeta. Dall’unità della Guardia Costiera vennero messi in mare dei gommoni. Avevamo portato con noi bottiglie di acqua calda e coperte termiche. Ma ben presto ci accorgemmo che non servivano, quasi tutti erano morti. Tastavo il polso per capire se c’era ancora qualche speranza ma purtroppo erano tutti cadaveri di ragazzi dai 16 ai 18 anni. Ho provato grande rispetto per quei ragazzi che avevano un sogno, ormai, infranto per sempre. Insieme con i membri dell’equipaggio li prendevamo dall’acqua, come se fossero vivi”. Dalle sue parole traspare la speranza dei soccorritori di poter donare la salvezza, e continua “con il gommone passavamo tra i cadaveri alla ricerca dei superstiti. Spegnemmo i motori per sentire meglio eventuali urla e correre quindi verso coloro che ancora erano vivi. Delle grida di aiuto ci condussero verso un ragazzo che, una volta dentro il gommone, ci abbracciò ringraziandoci; e lo fece per molto tempo, era agitato e non poteva credere di essere ancora vivo”. Il suo rievocare provoca emozioni indescrivibili:”Ne trovammo un altro ancora vivo in quella distesa di cadaveri. Nel buio e nel silenzio, che solo chi va per mare può capirne la vastità, vidi due occhi che mi fissavano. Fui attirato dal bianco di quello sguardo. Era un ragazzo ormai troppo debole per urlare, quando lo portammo nel gommone cominciò a piangere disperatamente perché era convinto che tutti i suoi amici fossero morti. Era sotto choc”.

Ma il giovane migrante del Mali non era rimasto solo. L’equipaggio coreano del mercantile King Jacob aveva già tratto in salvo alcuni dei “compagni di viaggio” con i quali condivideva un sogno.

La tenacia e la caparbietà degli uomini della Guardia Costiera e di Giuseppe Pomilla hanno consentito di trarre in salvo i due migranti che, senza il loro tempestivo e generoso intervento, certamente sarebbero morti. Se il medico non avesse esaminato uno per uno i corpi, mentre questi erano ancora in acqua, sicuramente questi ragazzi non avrebbero raggiunto il loro sogno. Sostiene ancora Pomilla che “aver salvato queste vite è una grande gioia, ma anche un grande peso per non averne potuto recuperare di più”.

I team sanitari del Cisom, grazie anche al sostegno dei donatori, dal mese di gennaio 2016 hanno salvato, prestando loro la massima assistenza, oltre 2000 migranti nel Mar Egeo e almeno 4000 persone nelle acque dello Stretto di Sicilia.

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